Gianluigi Pederzani
ex docente di Arte e Immagine
Parlare di Mario, citare un aneddoto, riportare una testimonianza è cosa assai ardua, tante sarebbero le parole cui affidarmi.
Mario per me è stato un amico, un esempio cui fare riferimento, un vero e proprio mentore.
Se ho intrapreso la professione di docente è sicuramente dovuto alla grande influenza, pur senza un confronto diretto costante nel tempo, esercitata nella mia mente e nel mio cuore attraverso l’interiorizzazione dei suoi scritti e del suo esempio didattico.
Unitamente a quella che è stata l’apertura totale ed assoluta verso una interpretazione del ruolo di docente, in qualche modo dissacrante ma estremamente coinvolgente e motivante di Don Lorenzo Milani.
Io, sessantottino convinto (non me ne vergogno certamente, se non per confessare l’ormai avanzata età), arrabbiato con il mondo intero, assolutista, pacifista tout court, vedevo nel prete di Barbiana e nel maestro del Vho “la luce” da seguire affinché anche quell’insofferenza adolescenziale venisse incanalata in un qualcosa di più profondo e utile alla comunità.
In ogni momento della mia lunga docenza ho avuto il loro esempio come strada da seguire nell’instaurare il rapporto con i miei ragazzi, anche se questo mi è costato non poche tensioni nei Consigli di Classe nell’assolvimento delle… routine programmatiche e valutative. Quante volte ho citato il “non c’è nulla di più ingiusto che far parti uguali fra diversi” o “la Scuola è il luogo dove si entra competitivi e si esce solidali”.
A distanza di tanti anni non posso che dar merito a loro, Don Lorenzo e Mario se ho saputo trovare la mia realizzazione professionale, nella speranza di aver trasmesso qualcuno dei valori assorbiti ai tantissimi alunni con cui ho condiviso il cammino scolastico.
Voglio allegare un paio di elaborati che ho conservato, realizzati da due alunne motivate e sensibili, quale testimonianza che, sono sicuro, apprezzerebbero anche Mario e Don Lorenzo.