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Roberto Lanterio

grafico della redazione di “A&B”


Ricordo con nostalgia l’avventura di “A&B” durata diversi anni. 

Una volta al mese incontravo Mario e passavo con lui alcune ore a impaginare il materiale che aveva raccolto.
Sovente ci incontravamo a Cremona presso la sede di un quotidiano locale che ci dava ospitalità, altre volte a Brescia in casa di una sua parente. 

Mario arrivava con le “strisciate” dei testi composte tutte uguali secondo un criterio che avevamo stabilito una volta per tutte e tanti disegni fatti dai bambini. 

Io lavoravo di forbici e nastro adesivo e, solitamente dopo 3-4 ore, il nuovo numero era chiuso. 

In alcuni casi, proprio come racconta Mario in una sua lettera del 27 gennaio 1985, veniva a casa mia e lavoravamo di sera e di notte. 

L’unica variante grafica è rappresentata da alcuni numeri monotematici (ad esempio quello intitolato Io dentro) che, a mio parere, erano i numeri riusciti meglio. 
Quando nel 1988 mi trasferii a Parigi per lavoro, sorse il problema di come continuare a collaborare. Mario decise che mi avrebbe spedito per posta tutto il materiale, che solitamente accompagnava con una lettera di indicazioni e suggerimenti. 

Che bei tempi!

Questi erano i criteri scelti per l’impaginazione:

1. avevamo scelto il formato 21,5 x 31,5 cm per le seguenti ragioni:
– dato che la spedizione avveniva con buste commerciali di formato 23,5 x16,3 cm, bastava piegare in due il giornale e inserirlo di misura nella busta;
– il formato verticale dava slancio al giornale e assecondava la verticalità della testata.

2. il carattere del testo è un carattere con le “grazie” (Garamond). Questo carattere si usa principalmente nell’editoria per i testi dei libri (romanzi, saggi, poesia).
Il carattere dei titoli è un “bastone” (Compact). L’ho scelto per dare un forte contrasto fra titoli e testi e per differenziare decisamente le varie notizie. 

3. La griglia di impaginazione è su tre colonne per le seguenti ragioni:
– il lavoro di Mario che mandava i testi in tipografia era facilitato, dava una sola giustezza, un solo carattere e un solo corpo per tutti i testi.
– 6/7 parole per riga facilitano la lettura. 
– Quando si apre il giornale le 6 colonne di testo danno l’impressione di leggere un vero giornale.

4. Il lavoro del grafico dovrebbe essere quello di mettere ordine nel caos della comunicazione visiva, questo è il criterio che ha sempre ispirato il mio lavoro.

Testimonianza tratta da M. Bufano, T. Colombo, C. Lodi, A. Pallotti, E. Platè (a cura di), A&B La parola ai bambini. Storia e attualità di un giornale-progetto educativo ideato da Mario Lodi, Casa delle Arti e del Gioco – Mario Lodi, 2019

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