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Barbara Cantoni

ex alunna


Potrei riportare tanti ricordi del Maestro perché mi ha lasciato un’impronta indelebile. Ti ascoltava con attenzione, i suoi occhi ti scrutavano e ti penetravano come se volesse entrare dentro di te. Nessun occhio mi ha più guardata con tale attenzione.

Fortissimo è il ricordo del primo giorno di scuola. “Ragazzi vi piace questa disposizione dei banchi? A me no”. E mise la sua cattedra al centro coi nostri banchi intorno a cerchio. Un gesto che dice già tutto. Solo una volta mi sgridò perché avevo ucciso una cimice e mi disse: “Non senti che puzza ora?”. Ora catturo le cimici con delicatezza e le accompagno fuori.

Mi ha lasciato la sensibilità di guardare gli altri con attenzione, la tendenza ad aiutarli e ascoltarli, il rispetto per ogni diversità, l’amore per gli ultimi.

Io non lo dimenticherò mai.

E penso che averlo avuto come Maestro sia stato un grande dono.

La fotografia è di Mario Lodi e si riferisce alla classe della scuola di Vho, ciclo scolastico 1969-1973.

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