Roberto Lovattini,
maestro di scuola primaria
Con i bambini mi sono sempre trovato in sintonia e quando proponevo loro di lavorare sulle notizie positive si entusiasmavano. Capivano subito che le notizie positive sono quelle che contribuiscono ad aiutare qualcuno o a fare qualcosa per il bene comune. Ma questo non significa evitare di conoscere i fatti negativi che succedono. “Conoscere le cose negative è importante perché così impariamo a non ripetere gli errori che altri hanno fatto” mi diceva Massimo, un bambino di 9 anni. Si riferiva al crollo del ponte Morandi a Genova dove, se tutti avessero svolto la loro opera di manutenzione, prevenzione e controllo, la tragedia sarebbe stata evitata. D’altronde le scuole non dovrebbero avere difficoltà a essere produttrici di eventi positivi. Rendere la scuola un luogo accogliente e bello, in cui ciascuno abbia il piacere di entrare e di rendersi protagonista di iniziative solidali, dovrebbe essere il compito di ogni docente e di ogni donna e uomo di scuola.
Ma andiamo per ordine
Ho insegnato portando avanti l’idea di una scuola che parta dai bambini e dalle bambine, dalle loro esperienze e dalle loro conoscenze. Mi sono rifatto alle esperienze italiane più significative, in primis a quelle di Mario Lodi.
Far parlare i bambini e ascoltare le loro problematiche è sempre stato il mio punto di partenza. Poi insieme si decideva un Piano di Lavoro: testo libero, giornalino, corrispondenza, coinvolgimento dei genitori e del quartiere.
La vita del bambino non veniva lasciata fuori dalla porta dell’aula scolastica, al contrario trovava momenti significativi di condivisione che potessero rendere la sua vita migliore.
Mi curavo di costruire una comunità dove ci si ascoltava a vicenda. I bambini erano così motivati e coinvolti.
Realtà percepita e cittadinanza consapevole
La realtà sembrava dipingere solo situazioni negative. Ma non era così: il catastrofismo era indotto da un’informazione parziale e da una cultura che privilegiava il sensazionalismo. Inoltre oggi si pratica la lamentela e la denigrazione inconcludente, mentre poco si pratica la critica costruttiva.
È evidente che questa è una cultura che si autoalimenta e costituisce la “realtà percepita”. Più si parla di aspetti “neri” e più sembra che esistano solo questi.
La psicologia dell’età evolutiva ci avverte che l’infanzia ha bisogno di credere in un futuro migliore, di avere esempi positivi del mondo adulto e di essere consapevole che le cose possono cambiare in meglio con il contributo di tutti. Si chiama cittadinanza consapevole.
Fare scorta di positività
Scriveva Rodari che i bambini devono fare scorta di positività, poiché l’immagine della vita che si formano nell’infanzia li accompagnerà nel loro cammino per sempre.
Un giorno ne parlavo in classe con i bambini riflettendo insieme a loro e una bambina ad un certo punto mi ha illuminato con una sua affermazione:” Maestro è un po’ come se ci mettessimo un paio di occhiali che ci fa vedere tutto quello che c’è di positivo”.
Così è partita “la caccia alle notizie positive”, ma le colleghe e i colleghi rimanevano a guardare. Magari si complimentavano con noi, però mi dicevano: “Beh quella è una cosa tua…”.
I bambini invece erano entusiasti e motivati.
Seguendo il procedimento naturale, i bambini durante la giornata scolastica avevano momenti nei quali potevano scrivere i loro testi e tra questi c’erano anche le notizie positive.
“Quando vedo il nonno da solo, io gli faccio le coccole”, “Oggi ho aiutato un compagno a risolvere una discussione con un altro compagno”, “Ho dato da mangiare ad un gattino che si era perso”. Queste erano le “Notizie Personali” ed erano molto importanti. All’inizio, soprattutto con i bambini più piccoli, è giusto accettare tutto quanto i bambini scrivono. Ben presto però sono i bambini stessi che cercano chiarezza. In prima elementare al bambino che aveva scritto: “Ieri sono andato a mangiare un gelato”, risponde un compagno: “Però non hai aiutato nessuno. È positivo se lo offri a qualcuno”.
Ecco trovato il confine: è positivo essere di aiuto a qualcun altro, fare qualcosa per la collettività.
Presto sono arrivate anche altre notizie: “Sabato 30 ottobre, al Convegno dell’aria 2, abbiamo intervistato Bruno Galvani (Presidente dell’Associazione Nazionale Invalidi sul Lavoro) e ci ha promesso che verrà a trovarci per parlarci dei problemi degli invalidi”, “Abbiamo spedito 500 euro al Centre Jeune Kamenge del Burundi.” Oppure dalla corrispondenza: “I bambini di Sorbolo (PR) ci hanno scritto che vogliono partecipare a Miglia Verdi”.
Poi un susseguirsi di notizie di carattere locale, nazionale ed internazionale:
“In via Pace hanno aperto un negozio di frutta e verdura a chilometro zero, cioè le cose sono prodotte qui vicino e non devono fare lunghi viaggi con i camion e non s’inquina”, “È stata liberata una signora delle Filippine che era in carcere per le sue idee”, “Abbiamo letto che tutti i cittadini possono votare per scegliere se vogliono le centrali nucleari o no.”
La positività in un necrologio
Un giorno sono arrivato a scuola, ho preso un necrologio e l’ho mostrato loro. Erano decedute in un incidente stradale due persone conosciute negli ambienti del volontariato e della solidarietà. Erano conosciute anche a scuola e accanto al necrologio c’era il ricordo dove si citavano le attività di volontariato che svolgevano. Qualche bambino ha subito ribattuto: “Ma maestro come fai a dire che la morte di due persone è un fatto positivo?” La discussione così si avviò, altri misero in evidenza che la morte non era un fatto positivo, ma lo era che si facesse sapere a tutti quello che loro facevano per il volontariato così altre persone avrebbero potuto imitarle.
Il mio obiettivo pedagogico era quello di abituare i bambini al fatto che in qualsiasi situazione si può trovare qualcosa di positivo.
Le Notizie Positive derivano dal nostro impegno
Secondo la pedagogia Freinet l’insegnamento non si divide in discipline separate le une dalle altre o in Progetti slegati l’uno dall’altro. Tutto va tenuto insieme. Quando si lavora sulle Notizie Positive, si lavora su: lettura, produzione di testi, correzione ortografica, sintassi, conversazioni e confronto, si fa matematica, logica, disegno, ecc.
La nostra attività non si limitava a cercare le notizie sui giornali. Volevo che i bambini diventassero consapevoli che la positività scaturisce dall’impegno delle persone e che quando si apprende un fatto negativo occorre domandarsi cosa possiamo fare per trasformare quello che è successo in qualcosa di positivo.
Ecco alcune iniziative prodotte nelle classi dove ho insegnato:
– Il Ministero della Pace. Nel 2006 con una classe quinta mentre lavoravamo sullo studio della Costituzione ci appassionammo all’articolo 11 della Costituzione e all’ idea del Ministero della Pace.
Fu un lavoro interessantissimo di “educazione civica”.
Scrivemmo la proposta al Presidente del Consiglio e pubblicizzammo l’iniziativa. Ricevemmo diverse lettere di consenso ma il Presidente del Consiglio non ci rispose.
– Per uno sport senza violenza. Il progetto prese l’avvio dopo la morte di un ispettore di polizia da parte di ultras. In particolare, avanzammo delle proposte con l’obiettivo di coinvolgere i ragazzi nella discussione e scrivemmo una lettera aperta pubblicata sulla stampa. Ricevemmo 150 lettere di risposta e realizzammo una mostra di striscioni nonviolenti all’interno dello stadio durante una partita di calcio del Piacenza.
– Solidarietà via Skype con l’Ecuador. Alcuni anni fa, in una prima, avevo in classe due bambini di origine ecuadoriana e verso la fine dell’anno scolastico si verificò un forte terremoto in Ecuador. Chiesi aiuto alla comunità ecuadoriana. Alla fine fu deciso di fare un collegamento Skype per entrare in contatto con loro in tempi rapidi. Freinet e Mario Lodi utilizzavano il ciclostile per fare il giornalino, noi oggi possiamo utilizzare le nuove tecnologie purché non sia un uso fine a sé stesso.
– Lettere alla bambina insultata e derisa. Alcuni anni fa una ragazzina di scuola media fu vittima degli insulti di alcuni compagni di classe e non voleva più andare a scuola. Invitammo ragazzi e classi a solidarizzare con la ragazza: arrivarono tante lettere che le furono consegnate e il fatto cambiò parzialmente la “realtà percepita”. Non cambiò la gravità dell’accaduto, ma fece emergere che tanti ragazzi manifestavano solidarietà e comprensione verso la ragazza.
Solo Notizie Positive
In collaborazione con “Libertà” e l’Associazione The Bright Side abbiamo aperto una rubrica stabile sul quotidiano “Libertà”. La rubrica ha una cadenza settimanale e prevede la pubblicazione di notizie positive scelte dai bambini. Continuo a curare questa rubrica anche ora che sono in pensione. L’idea è che sia necessario riscoprire l’importanza dell’esempio, che è contagioso, e riconsegnare agli adulti il compito educativo che spetta loro. Occorre lanciare un messaggio di positività e di fiducia nel futuro e contribuire a formare dei cittadini consapevoli, cooperativi e costruttori di un Mondo migliore. Questa attività si addice ad un programma di Educazione civica, intesa come formazione di un sano principio di Etica pubblica, presente nei documenti MIUR.
Ma la mia attività non si esaurisce qui. Infatti sono entrato nell’Associazione The Bright Side – Il lato Positivo dell’informazione, ho iniziato a collaborare con il TG delle Buone Notizie (nato nel 2017) e quest’anno ne ho curato la realizzazione insieme ad altri soci.
Dall’autunno prossimo saremo impegnati nella campagna per l’informazione positiva paritaria. Chiederemo, attraverso una raccolta di firme, che l’informazione, a partire da quella pubblica, garantisca il 50% di notizie positive. Sappiamo che anche le notizie più tragiche possono essere date in modi diversi. Insomma chiediamo che i professionisti dell’informazione utilizzino gli occhiali della positività. Ritengo che questa campagna sia la naturale prosecuzione di quella intrapresa da Mario Lodi nel 1995 “Una firma per cambiare la Tv” e per questo chiudo con le sue parole:
“È nostro dovere di cittadini che pensano al futuro democratico della nostra società mostrare ai bambini che la maggioranza del nostro popolo è costituito da persone che lavorano, amano i propri figli, osservano le leggi, rispettano gli altri. E che nella società, accanto ad una minoranza di violenti, le cui gesta occupano gran parte dei telegiornali, ci sono tante persone oneste che credono nei valori positivi dell’uomo, come l’amicizia, la solidarietà, l’altruismo, la nonviolenza e l’amore”. (da Una firma per cambiare la TV, Einaudi, 1995)