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Gianluca Iaconis,

docente di Lettere I.C. Mario Lodi – Roma


È giusto spiegare il significato di una canzone? Oppure deve farlo da sé semplicemente attraverso il suo ascolto? Sicuramente ci sono autori che la pensano in un modo e chi, viceversa, in un altro. Io vorrei qui, con piacere, raccontare la nascita della mia canzone Il maestro Mario, ispirata dagli insegnamenti e dall’opera di Mario Lodi.

Nella scuola in cui insegno eravamo intenti a celebrare il centenario dalla nascita del maestro attraverso un programma di incontri e dibattiti, ascoltavo l’intervento del pedagogista Francesco Tonucci il quale stava raccontando la sua esperienza: Lodi seduto in mezzo ai bambini che fonda una cooperativa, un giornalino di bambini, artigiani del loro stesso sapere. Ho preso appunti seguendo le suggestioni suscitatemi dalle sue parole:

“C’è forse noia fra questi banchi?/Tra i ragazzi di città/la rabbia monta, come la poesia/Ma la scuola ci salverà/sì, la scuola ci salverà!/C’è forse gioia fra questi banchi?/Il maestro c’è ma non si vede/È in viaggio con te su una mongolfiera/A disegnare i tuoi pensieri/Il maestro annaffia l’anima/Quel seme nei tuoi occhi!/Sì, la scuola ti servirà”.

Appunti che sono diventati canzone perché, tornato a casa, sentivo l’esigenza di trasformare quelle emozioni in qualcosa di concreto e per me magico: tutte le canzoni lo sono. “Mi alzai e andai in mezzo a loro/a guardare il mondo lì fuori/e mano a mano, mano nella mano/la felicità.”

L’introduzione di Cipì ha chiuso il cerchio: la noia fra i banchi diventa gioia se il maestro si siede in mezzo agli alunni e con loro “scopre” il mondo, dentro e fuori dall’aula. Abbiamo cantato la canzone con gli alunni, un piccolo coro e una grande emozione. Mi sono sentito proprio così, mano nella mano con loro in viaggio su una mongolfiera, a disegnare un mondo nuovo attraverso i loro occhi.

Ascoltatela qui sotto:

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