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Giorgio Scaramuzzino

attore


Ho telefonato personalmente: “Volevamo invitarla ad un convegno a Genova, si parla di teatro e di bambini. Saremmo tanto felici che lei accettasse il nostro invito”. In quella occasione forse l’ho chiamato Signor Lodi, anche se in verità avrei voluto chiamarlo Maestro. “Sarei disposto a venirla a prendere a Drizzona e a riportarla a casa in serata”. Così è stato.

Ricordo perfettamente il viaggio notturno di ritorno verso Cremona a bordo di una vecchissima Volvo, di quelle che si vedono ormai solo nei film americani, dopo una giornata molto bella passata tra insegnanti genovesi che non smettevano di fargli domande e complimenti. Ero eccitatissimo, avevo finalmente l’occasione di parlare con Mario Lodi.

Era ormai buio quando siamo arrivati alla sua amata Casa delle Arti. Anche se era molto stanco mi volle mostrare il suo regno. Ricordo il suo viso che si illuminava di una luce intensissima mentre mi mostrava alcuni capolavori creati dai bambini. Era una luce vera, caro Maestro, che non dimenticherò. Ebbene sì, io ho avuto la fortuna di conoscere Mario Lodi, lui che è stato per me davvero un Maestro. Mi è capitato in qualche intervista di rispondere alla domanda banale, ma che spesso fanno i giornalisti: quali sono stati i suoi maestri? Forse, considerata la mia professione, si aspettavano che io facessi riferimento a qualche personaggio del mondo teatrale, ma la mia risposta era sempre: Rodari e Lodi. Perché questa risposta? È molto semplice: questi due Maestri mi hanno fatto capire, attraverso la leggerezza e il gioco, che cos’è l’infanzia. Mi hanno fatto scoprire le chiavi per potermi avvicinare ai bambini, per poterli conoscere. E considerato che gran parte della mia attività è rivolta al giovane pubblico, tutto ciò mi sembra estremamente importante.

Ho sempre pensato che il lavoro dell’attore che si occupa di teatro per e con i ragazzi, non debba limitarsi a costruire occasioni di spettacolo, ma debba rispettare lo spettatore bambino in una fase così importante della propria vita. Senza contare poi, e spesso ce ne dimentichiamo, che il nostro pubblico non sceglie mai cosa vedere, sono gli insegnanti o i genitori che scelgono per lui. Il nostro compito perciò non è solo quello di costruire uno spettacolo teatralmente ineccepibile, ma, soprattutto, che abbia contenuti e linguaggi accessibili al bambino e possibilmente che lo accompagnino nel personale percorso di crescita, con bellezza e leggerezza.

Nella sua lunga e multiforme esperienza di maestro elementare, Mario Lodi ha frequentato anche il teatro e ci ha regalato le sue suggestioni nei suoi numerosi lavori. Per quanto mi riguarda non posso non citare un piccolo saggio, oggi ahimè introvabile, dal titolo Ciao Teatro. In questo lavoro, frutto di un’esperienza teatrale con i suoi studenti Lodi dice: “… a scuola il teatro, se si fa, è la cosiddetta recita davanti al pubblico dei genitori che tutto perdona… nella maggioranza dei casi del bambino non si tiene conto, della storia e delle sue esperienze in cui si trovano le fondamenta del suo vero apprendimento, della sua formazione. Non c’è rispetto del suo mondo affettivo e delle sue esigenze espressive”.

In queste parole sta per me condensato il cuore dell’insegnamento del mio Maestro Mario Lodi: il rispetto, l’affetto nei confronti di un pubblico bambino, che si deve conoscere per poter dialogare senza essere pedanti e noiosi. Il teatro è un gioco, ma un gioco serio se è fatto con i bambini, così sembra ricordarci.

E poi un giorno sono tornato alla Casa, questa volta in veste di docente di un corso di formazione per insegnanti. Io, a insegnare in casa del Maestro!? Non mi sembrava vero, ero orgoglioso e anche un po’ preoccupato: saprò restituire davvero la poetica di Lodi, saprò restituire quella gioia a quel gruppo di maestre e maestri che hanno fatto tanta strada per poter tornare nelle classi a regalare ai loro bambini nuova linfa? Spero di esserci riuscito. Oggi faccio parte con grande gioia del Comitato scientifico per il centenario della nascita di Mario Lodi e non riesco a dire che una sola cosa: grazie Maestro!

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