img-header-sezione-Mario-lodi-radioBN

Christian Castangia,

maestro scuola Primaria I.C. Costantino Nivola, Iglesias (SU)


In qualsiasi luogo del pianeta ci potremo trovare la scuola assumerà sempre un’importanza imprescindibile per la vita dei bambini e dei ragazzi, soprattutto se questa diventa un luogo meraviglioso dove creare e costruire insieme. Quest’anno mi trovo a insegnare in una scuola di Iglesias, in un piccolo plesso del quartiere di Campo Romano dell’I. C. “Costantino Nivola”, lavoro nella classe prima E composta da 8 alunni e condivido questo incantevole viaggio con la collega Cecilia Solina. Avere la visione di una scuola partecipata è il primo elemento accettato da tutti e che ci riconduce alla grandezza del maestro Mario Lodi. Ogni mattina i primi venti minuti sono dedicati interamente ai loro sogni, idee, proposte che decidono di scambiare e confrontare con i propri pari. Il cooperative learning è il punto di partenza per ogni scelta e percorso di senso che decidiamo di affrontare. In aula ci sentiamo una comunità operante che sceglie per il bene comune, l’aspetto competitivo e individuale è praticamente inesistente. Il benessere comune è la nostra priorità e nessuno è escluso. I tempi sono lenti perché è prioritario saper aspettare, elemento che ci consente sempre di poter osservare attentamente, senza fretta, ma soprattutto senza porci dei condizionamenti di sfide e gare per le quali tutti noi preferiamo lasciar correre gli altri. Quando quest’anno abbiamo letto Cipì siamo entrati nello specifico dei personaggi immedesimandoci quasi sempre nelle descrizioni che il maestro insieme ai suoi allievi ha fatto del “nastro d’argento”, dei “pioppi carabinieri”, di “palla di fuoco”, di “Margherì”, “dell’animale coi baffi” e infine del “signore della notte”; tutti personaggi, che mettevano in campo emozioni pure, dai quali noi estrapolavamo le personalità per capire anche le esperienze dei protagonisti Cipì e Passerì. Leggere questa storia non ci è bastato per capire come il maestro insieme ai suoi allievi hanno costruito e ambientato luoghi e personaggi del libro. Ognuno di noi voleva scoprire anche qualcosa sulla biografia dell’autore, abbiamo osservato foto, visto dei brevi video e colto insieme lo sguardo collettivo che li aveva caratterizzati nel loro percorso di vita scolastica. Ci incuriosiva tantissimo capire e approfondire questa scrittura collettiva, questo assemblaggio di idee che si fortificano in un racconto intramontabile che ancora oggi viene letto e riletto nelle scuole. Quante domande! Senza sempre trovare una risposta in modo da lasciar spazio all’immaginazione collettiva all’idea che ognuno di noi si poteva esser fatto delle avventure che Cipì ha dovuto affrontare prima di riscoprire l’importanza dello stare insieme, della condivisone, dell’aiuto reciproco. Mario Lodi ha compreso fin da subito che la scuola la fanno i bambini e i maestri che decidono di abitarla, gli adulti come ospiti e i bambini come veri padroni di casa in quanto sono soprattutto loro che la devono ancora vivere e approfondire come esperienza. Una cosa che ci ha colpito nel leggere la sua biografia sono i luoghi dove ha insegnato, specialmente Vho, un luogo umile di pochi abitanti dove il maestro è riuscito a cucire e promuovere una cultura di pace e di rispetto per una scuola attiva. Il giardino, come per lui, è il nostro spazio migliore dove mettere le mani in campo, coltivare esperienze e soprattutto sperimentare la fantasia, inseguire il “Bianconiglio” per condurci nel Paese di Alice e crearci il nostro “Paese delle meraviglie”. Da diverse esperienze affrontate sul campo sono nati dei video che ci hanno visti protagonisti di diverse tematiche sociali. Questo strumento assume per noi un’occasione di riosservarci, riflettere, emozionarci e imparare ad imparare. Ci piace creare dei documenti che possano essere fruibili anche per altri bambini della scuola primaria, condividere esperienze didattiche o, come ci piace chiamarli, percorsi di senso mirati a promuovere scelte educative e formative di avvenimenti o personaggi che hanno fatto la storia del nostro paese e non solo. Il contatto con la Natura è il nostro vero campo di crescita e formazione. Foglie, alberi e cespugli sono i nostri luoghi e oggetti preferiti dove condividere e scambiare relazioni. A volte ci piace leggere delle storie sdraiati sul terreno per osservare il cielo, in altri casi scavare sullo stesso terreno per cercare dei reperti che ci possano condurre a una vita passata, ma purtroppo ciò che si trova molto spesso di storico ha solo l’effetto dell’azione dell’uomo che non rispetta la natura. A quel punto anche un pezzo di plastica, un tappo di metallo, un frammento di una ceramica diventano un buon motivo per fantasticare su quale circostanza o cattiva pratica possa averlo condotto là. Il quattro giugno in accordo con il nostro Comune istituiremo il Giardino dei Giusti interamente dedicato a bambini che hanno fatto la rivoluzione con le loro azioni, che abbiano lasciato un segno indelebile nella loro e altrui vita attraverso scelte coraggiose. Pianteremo un albero all’anno sempre in prossimità della festa della Repubblica. Il nostro primo albero, in questo caso di agrume, sarà dedicato a un migrante, un ragazzo di 14 anni proveniente dal Mali e annegato il 18 aprile del 2015 nel mar Mediterraneo con indosso una pagella cucita nella tasca della sua giacca. Ci piaceva anche in questo caso essere vicino alle ultime scelte della vita del Maestro Lodi e promuovere una cultura di rispetto, pace e accettazione dei colori del mondo. In prima linea per essere come una foglia ribelle che decide di non arrendersi e rimanere come una bandiera attaccata al suo ramo e che sventola alta contro le ingiustizie del mondo. Il nostro modo di vivere la collettività lo si percepisce dal fatto che ognuno di noi si definisce colore, armonia indefinibile di un arcobaleno di vite e tutto questo sappiamo fin dentro il nostro cuore che è possibile che accada finché c’è speranza.

Pubblicato il: