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Afro Somenzari

artista, fondatore della casa editrice “FUOCOfuochino”


Nella foto: pranzo patafisico, da sinistra Umberto Bellintani, Mario Lodi, Alberto Cappi e Franco Piavoli, Ostiglia, 1998.

Di Mario Lodi, per la cultura e lo spirito, per la grazia e la curiosità che hanno caratterizzato il suo lavoro di maestro, scrittore, incisore e pittore, sarebbe più semplice dire ciò che non ha fatto e questo ha molto a che fare con la Patafisica, Scienza delle Scienze, che lui conosceva bene.
Infatti in una calda giornata di giugno del 1998 in occasione di un pranzo a casa di Alberto Cappi a Ostiglia, in presenza di Umberto Bellintani e di Franco Piavoli, Mario è diplomato Ministro Inoppugnabile dall’Istituto Patafisico Vitellianense. Nello stesso anno è invitato come ospite a “Patafisica Eventi e Venti” tenutasi a Pomponesco.
In quell’occasione Mario scrive alcune esaurienti pagine comparse poi nel capitolo “La grande giornata della Patafisica” (A Tv spenta, Diario del ritorno, Einaudi, 2002).
Nel 2001 (8-9 settembre) durante la manifestazione “Patafluens”, a Casalmaggiore, rilascia un breve intervento: “ Questo è un appuntamento che fa sorridere molti e invece è una cosa tremendamente seria. È risaputo che la Patafisica è stata inventata e codificata da Jarry ma è anche vero che ce l’abbiamo dentro tutti ed è un bisogno naturale di esprimere quello che teniamo nascosto in un mondo dove tutto è cerimonia del potere, di chi comanda, di chi ha più soldi ecc. La Patafisica è proprio un bisogno che abbiamo di essere noi stessi, di non essere condizionati dagli altri”.
Mario è sinonimo di incondizionata libertà, pensiamo a lui come al saggio dedito al gioco, incantatore di bambini e adulti, vivendo il presente con uno stile che pochi possiedono, soprattutto oggi.
I rapporti che tiene con esseri di par suo sono sani, leggeri eppure portatori del nuovo, desiderio di scrostare le abitudini, di combattere il trombonismo a favore di una sana esistenza.
Con pazienza Lodi smussa gli spigoli dell’abitudine, lavora di fino, conosce la linea sottile tra l’onda e la riva, tra una pagina e l’altra, tra le labbra e la parola.
Con la profondità che intercorre tra il disegno del bambino e il mistero della vita, Mario ci conduce, con biglietto di sola andata, sul dolce sentiero da lui illuminato.

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