Descrizione
Le cartoline riproducono quattro pitture scelte dal maestro Mario Lodi, realizzate da suoi scolari fra il 1950 e il 1957, fra le opere da lui raccolte nella mostra L’Arte del bambino.
Sono alcuni esempi significativi del linguaggio pittorico infantile che rappresenta il mondo attraverso canoni diversi da quelli degli adulti e che non corrisponde a quello pittorico dell’arte classica.
L’assenza di prospettiva, le sproporzioni, il ribaltamento e altre “soluzioni tecniche”, comuni a tutti i bambini, sarebbero considerati errori. Il bambino non sbaglia perchè i rapporti che crea fra le cose non sono misure reali ma psicologiche. Il bambino, se libero da condizionamento, sviluppa sempre più la rappresentazione grafica di ciò che conosce e lo interessa, in una continua ricerca espressiva, mediante la quale ricrea il mondo e accompagna la sua crescita intellettuale.
Le cartoline in dettaglio
(Tutte le immagini sono di proprietà della Casa delle Art e del Gioco – Mario Lodi, è vietato l’utilizzo e la riproduzione senza autorizzazione scritta)
Le sproporzioni
Una caratteristica della pittura infantile è l’esagerata accentuazione di particolari o le sproporzioni fra elementi dello stesso disegno, che sono usate dal bambino per mettere in evidenza ciò che più lo ha interessato o colpito nella sua esperienza.
(Cartolina n.1)
Le spannocchiatrici
In primo piano campeggiano le pannocchie, che i bambini hanno visto e toccato in cascina. Le donne sono a margine, piccole e trascurabili.
Elvina, 6 a, 1956
La Linea di base
(cartolina n.2)
Case in collina
La curva della collina è la linea di base sulla quale stanno, ad essa perpendicolari, le case e due alberi, mentre gli altri alberi sono perpendicolari alla strada.
Breda, 9 a, 1950
In questo “Case in collina” la linea di base non è piatta, come la nostra pianura, ma in collina. E siccome il bambino sa che le case sono perpendicolari al suolo, altrimenti cadono, le disegna perpendicolari al terreno obliquo. Per noi è storta, per lui no perché risponde a quella legge che è scritta nel suo modo di pensare. Per questo i bambini disegnano i camini sui tetti delle case storti, ma perpendicolari alla base del tetto. In questo caso la regola della perpendicolarità è applicata anche agli altri elementi del quadro: le piante seguono la linea di terra sulla quale appoggiano. Un intervento correttivo dell’adulto sconvolgerebbe la logica del bambino in questa fase della sua ricerca.
La trasparenza
Una delle più interessanti “invenzioni” grafiche della pittura dei bambini è la trasparenza. Se, per esempio, il bambino disegna la sua casa, egli descrive non solo l’esterno, ma anche quello che c’è dentro: le persone, i mobili, le lampade, il gatto, come se la casa fosse di cristallo, trasparente. A differenza degli adulti che generalmente disegnano ciò che vedono, il bambino disegna soprattutto ciò che sa.
(cartolina n.3)
Mio fratello soldato fa il saluto
Il fratello soldato fa il saluto militare e copre con la mano un occhio, e siccome qualcuno potrebbe pensare che gli manca un occhio, l’autore lo disegna sulla mano “trasparente”.
Adriano, 7 a, 1957
Il colore
La scelta dei colori nelle pitture dei bambini non è mai la copia fotografica dei colori naturali, anche quando rappresentano la realtà. Fin dai primi momenti la scelta dei colori è soggettiva, è stravolgimento della realtà. Sono generalmente colori di festa, sgargianti, vivi, senza toni grigi e tinte intermedie. La scelta del colore è in relazione al piacere emozionale che il bambino prova osservando o immaginando o ricreando le cose del mondo che sta scoprendo.
(cartolina n.4)
Il cacciatore pentito e gli uccelli che gli fanno festa
La figura del cacciatore è circondata da uccelli e farfalle che gli fanno festa. I colori vivi esprimono la gioia per aver ritrovato l’uomo amico.
Rosaria, 7 a, 1957