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Irene Ambrosoni

insegnante


Il primo incontro con Mario Lodi è stato attraverso un suo libro Il paese sbagliato.
Avevo terminato le Magistrali e mi ero iscritta alla Facoltà di Pedagogia dell’Università Cattolica di Milano. Accanto all’Università c’era una piccola libreria dove mi fermavo spesso, un giorno vidi appunto questo libro, il titolo mi incuriosì, lo sfogliai e decisi di acquistarlo.

Iniziai a leggerlo in metropolitana e fu davvero un’illuminazione.
Mi preparavo a insegnare con mille dubbi, mille paure, ma lì mi veniva indicata una strada possibile, un’esperienza in cui mi riconoscevo. Quella raccontata in quel libro era la scuola che volevo fare e che mi entusiasmava, ma mi sentivo assolutamente impreparata.Ho cominciato a leggere allora tutti i libri di Mario che riuscivo a trovare in libreria e ho cercato qualcuno che condividesse questa visione di scuola.

Così dopo la scuola, una volta la settimana, andavo a Milano e partecipavo a gruppi di lavoro con insegnanti che appartenevano al Movimento di Cooperazione Educativa e che collaboravano alla Biblioteca di Lavoro coordinata proprio da Mario.
Sentivo forte il bisogno di confrontarmi e di imparare, e ho accolto con vero piacere l’organizzazione di corsi di auto-aggiornamento proposti nella mia zona da colleghi e colleghe  alla ricerca  come me di un nuovo modo da fare scuola.

Grazie a loro ho avuto la fortuna e il privilegio di conoscere personalmente Mario e ho cominciato a frequentare la Casa delle Arti e del Gioco.
Ho in mente in modo vivido gli arrivi a Drizzona per le giornate di studio o i Convegni; Mario ci accoglieva sempre con un sorriso, gli occhi azzurri brillavano e l’abbraccio era caloroso e vero.
Tornavo da queste esperienze di formazione con la consapevolezza di aver imparato tanto, di aver ricevuto tanto, e riprendevo il mio mestiere di insegnante con rinnovato entusiasmo.

Ma ricordo con molto piacere anche le chiacchiere nella grande cucina, quando con alcune amiche e amici lo andavamo a trovare per il solo piacere di vedere un amico.
La sua pacatezza e profondità, la sua attenzione alle persone, la sua saggezza mite mi hanno sempre fatto stare bene, mi hanno fatto sentire “a casa”.
Quando parlavi con Mario, però, avevi la netta sensazione che stavi facendo un passo avanti nella conoscenza e comprensione della realtà, sia che si parlasse di scuola che di società.
Mario aveva capacità di andare sempre oltre l’ovvio, il già conosciuto, aveva la capacità di dire cose straordinarie con una semplicità disarmante.
Io non potevo che assorbire tutta quella conoscenza e saggezza, e sentirmi davvero fortunata e grata di averlo conosciuto.
Ho letto i suoi libri di narrativa non solo ai miei alunni, ma anche ai miei figli, e ora li sto leggendo ai miei nipoti. Lui continua ad essere presente attraverso le sue storie.
È stato per me un grande Maestro, un vero insegnante, nel senso che ha “segnato dentro”, ha toccato ciò che di più vitale c’è in un essere umano, e ha lasciato un grande segno.

Grazie Mario

Incontro con Mario Lodi alla Casa delle Arti e del Gioco. 13.9.2000.
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