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Hélène Stavro

fondatrice di Editoriale Scienza


Mario Lodi: lo immagino davanti ai miei occhi, sempre con un sorriso gentile, accogliente, buono. Lui e Don Milani erano un mito per me, che ho frequentato l’università alla fine degli anni ’60.

Quando ho cominciato a fare l’editore – tardi, con grande entusiasmo e un pizzico di presunzione – ed è nata questa strana casa editrice, Editoriale Scienza, ho stilato insieme all’ufficio stampa, che a suo tempo faceva di tutto, dal redattore alla correzione bozze, una lista di quelli che chiamavamo i VIP, Very Important Person.

Ogni nuovo libro, fresco di stampa, veniva spedito ai Vip, nella speranza di una recensione o di un qualche riscontro. I libri partivano e il riscontro non arrivava quasi mai… Naturalmente tra questi c’era Mario Lodi, ormai in pensione, ma sempre molto attivo nella sua bella cascina “La Casa delle Arti e del Gioco” (un nome un programma di lavoro).

Un giorno, mentre mi trovavo nella nostra prima sede, una soffitta, arrivò una busta non troppo grande. Dentro c’era un biglietto: era lui. Mario Lodi scriveva a me, diceva che facevamo un bel lavoro, che ce n’era bisogno e mi faceva gli auguri. Il biglietto era scritto a mano, riempito dalla sua calligrafia e la sua firma.

Ero galvanizzata, felice, fiera.

Ho subito risposto ricordando gli anni felici dell’università e manifestando la mia ammirazione per il suo lavoro, ad esempio per i titoli C’è speranza se questo accade a VhoIl paese sbagliato… Così è iniziata la nostra collaborazione. Il primo passo è stata una collana che raccoglieva le osservazioni dei bambini (Mario Lodi, “Ascoltare i bambini”) su fenomeni scientifici, da lui diretta dal 1995 al 2000 proponeva  testi guida che introducono il metodo scientifico nella pratica scolastica. Aldo Pallotti e Gioacchino Maviglia erano gli autori e la serie si è chiamata “Laboratorio Minimo”. Eravamo in sintonia.

Dice Mario:

Il bambino impara giocando da quando nasce. I suoi strumenti sono i sensi. Il bambino con i sensi raccoglie i dati della realtà, con la mente confronta, scopre, rilette, ricorda. Il suo metodo è corretto perché raccoglie i dati, li confronta, li seleziona, formula ipotesi, le verifica, ricava sintesi e procede nelle esperienze rimettendo tutto in discussione di fronte a dati nuovi, imprevisti. 

Questa iniziativa ha consolidato un rapporto sempre più stretto negli anni: abbiamo pubblicato libri di Mario, preparato con Roberto Papetti di Ravenna una mostra sui giocattoli scientifici, che ha girato per tutta Italia, mangiato tante volte a Piadena: è lì che ho assaggiato per la prima volta i tortelli di zucca! Spesso, quando ancora andavo in giro a raccontare la mia esperienza, dicevo che il dono più grande che ho avuto è stato quello di conoscere tante persone, autori, illustratori, grafici, animatori: Mario è stato uno di questi doni, con il suo parlottare lento, dialogante, molto coinvolgente. Mario comunicava il desiderio di ascoltare. Era davvero un grande.

La scienza in altalena

 

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